allora io ho collegato la seconda guerra mondiale cn l'artistica: il surrealismo e metafisica...
Il Surrealismo
Il medico austriaco Sigmud Freud con la teoria psicoanalitica, analizza l’influenza esercitata sul nostro comportamento da quei desideri che appartengono al nostro incoscio e che si manifestano soprattutto nei sogni. Nel 1924 il poeta francese André Breton pubblica il primo Manifesto del Surrealismo e spiega tutto ciò che appartiene alla parte irrazionale. I Surrealisti ricorrono all’automatico psichico, l’espressione artistica deve essere il risalto dell’ immediata corrispondenza tra l’incoscio e il gesto artistico. Nella figura naturalistica vengono accostate parti di immagini reali senza alcun criterio logico e razionale. L’arte crea un mondo nuovo dove la realtà si fonde con il sogno. Esemplare a tal proposito è l’opera del belga René Magritte. I Surrealisti naturalisti deformano le figure come nelle opere di Salvador Dalì. Nella figura astratta partono sempre da figure naturali che vengono trasfigurate con un principio di astrazione, il Surrealismo può essere considerato come l’erede principale del Simbolismo e del Dadaismo. Il surrealismo si diffonde in molti paesi europei e durante la 2° Guerra Mondiale alcuni artisti emigrano negli Stati Uniti. Dopo la guerra nel gruppo si creano rotture, esclusioni e adesioni che modificano l’orientamento.
La Metafisica
Metafisica deriva dal greco metà ta fysikà che significa oltre ciò che è fisico. Giorgio de Chirico adotta questo termine per definire la pittura un’arte per cogliere l’assenza della realtà. Gli uomini sono trasformati in manichini e statue. Tutto è fermo, silenzioso, senza tempo e la sensazione è quella di vuoto e di assenza. La pittura metafisica aspira a superare i limiti del visibile e della realtà. La Metafisica rivendica il valore della tradizione figurativa italiana. Oltre a Chirico fanno parte di questa corrente Alberto Savinio e Carlo Carrà, si avvicinano alla Metafisica anche Amedeo Modiglioni e Giorgio Morandi.
e musica cn:lo swing
Con il crollo della borsa di New York nel 1929, il jazz entra in crisi: molti locali sono costretti a chiudere, le orchestre che si erano formate a Chicago e New York si sciolgono. I musicisti per sopravvivere svolgono lavori diversi, pur continuando a suonare in qualche piccolo locale. Comincia a diffondersi una musica lontana dal jazz come ad esempio Bring Crosby. L’unica città in cui si suona il vero jazz è Konsas City, dove i locali sono controllati dalla malavita. Alcuni musicisti si trasferiscono in Europa. Due fatti contribuiscono alla ripresa del jazz: l’elezioni del 1932 del presidente Roosvelt che inaugura un piano di risanamento dell’economia, il New Deal, nel 1933 il proibizionismo che aveva determinato la nascita di molti locali clandestini in cui si consumavano alcolici e si suonava il jazz. Per dimenticare gli anni della Grande Depressione, nel 1929, il pubblico vuole ascoltare musica facile, orecchiabile, leggera e bollabile. Nel 1935-1945 il jazz si trasforma e domina lo swing. Gli strumenti rimangono quelli del jazz tradizionali, ma la pulsazione ritmica è più regolare per adattarsi alle esigenze del ballo.
La diffusione dello swing deve molto al clarinettista Benny Goodman, che in qualità di strumentista e di direttore d’orchestra, affascina l’America. Con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale calò la follia swing, ma molte orchestre conoscono in questi anni il momento di miglior fortuna. Le incisioni del periodo bellico sono rappresentate dai V disc, prodotti per sostenere le forze armate. Con la morte di Glenn Miller, compositore e direttore di orchestra a cui si deve brani come In the Mood e Moonlight Serenade. Si diffondono le note di eccellenti solisti come ad esempio: i sassofonisti Ben Webster, Luster Young e Colemon Hawkins, pianista Cout Basie, molti brani raggiungono il successo grazie alle voci di Ella Fitzgerald, Billie Holiday e Sarah Vaughan.
spero k t sn stata d'aiuto ciao un bacio...