La prassi della Santa (!) Inquisizione prevederva che prima dell'interrogatorio l'accusato venisse portato nella sala delle torture e gli venissero "mostrati gli strumenti" (!) spiegandogli dettagliatamente come li avrebbero usati su di lui e cosa gli sarebbe successo il giorno dopo.
Galileo era accusato di aver contraddetto le Sacre Scritture, cosa che non era affatto uno scherzo, a quei tempi.
Le torture non avevano un termine stabilito, andavano avanti "ad libitum" dell'inquisitore, per giorni, settimane, mesi (chi vuole può consultare i documenti a Triora, il paese delle streghe in provincia di Imperia).
Se uno all'inizio resisteva alle torture, questo non provava la sua innocenza, bensì provava che il diavolo che operava in lui era molto forte, bisognava pertanto aumentare le torture perchè alla fine il demonio si scocciasse e si decidesse a lasciare quel corpo ormai inservibile.
Infine ti condannavano al rogo, su cui ti facevano salire vestito di un saio imbevuto di pece, così il fuoco si attaccava meglio alle tue carni scavandovi veri e propri crateri.
Queste erano cose che ai tempi di Galileo non si immaginavano, si VEDEVANO (le esecuzioni erano pubbliche).
A Giordano Bruno fu applicata la "mordacchia", una specie di crudele morso di ferro che gli impediva di parlare, non perchè non volevano sentire le sue urla di dolore (quelle gli piacevano), ma perchè lui li insultava ferocemente e l'ha fatto finchè ha potuto (davvero un grande, ma che fine orrenda ha fatto!).
Galileo non era un rivoluzionario come Giordano Bruno, era uno scienziato, non aveva intenzione di ribellarsi al potere della Chiesa, semplicemente lui "sapeva" che la Terra gira attorno al sole e certo deve essere stato terribile per lui rinnegare le sue conoscenze, ma la società del suo tempo non le voleva, le sue conoscenze, non sapeva che farsene (anzi molti non ci credevano affatto), nessuno lo avrebbe difeso.
A cosa sarebbe servito farsi torturare a morte (che è molto diverso da morire, secondo me) se tanto poi le sue idee sarebbero state comunque condannate e proibite?
Non so se qualcuno di voi ha mai visto un museo degli strumenti di tortura.
Io sì, a Milano, alla Pusterla, vicino a Sant'Ambrogio (e mi è bastato!).
Vi assicuro, nessuno può resistere.
Galileo ha fatto benissimo a evitarsi simili, inutili sofferenze.
Sono i suoi aguzzini che devono essere dispezzati.
Come dice Bertold Brecth nella sua opera teatrale intitolata, appunto, "Galileo Galilei": "Povero quel paese che ha bisogno di eroi!"