Domanda:
conoscete qualche mito o immagine letteraria in cui compare uno specchio, o in cui "protagonista" è uno
ossimoro impazzito
2007-02-15 13:49:30 UTC
specchio?
Undici risposte:
?
2007-02-15 14:22:28 UTC
Ma certo, e ti consiglio caldamente di leggerlo, se non lo hai fatto ancora...è "Lo specchio deformante" di Cechov. Fammi sapere...
answerina
2007-02-18 20:10:35 UTC
Anche il mito di Narciso si incentra sul tema dello specchio, però in questo caso è la superficie dell'acqua a riflettere l'immagine del protagonista.

Visto che sono un'appassionata di catoni animati, mi fa piacere citare una vecchia serie andata in onda in Italia con il nome di "Stilly e lo specchio magico"; per non parlare dello specchio incantato della Bella e la Bestia....

Insomma, se cerchi bene, vedi che lo specchio è un elemento piuttosto usato...

Ciao a tutti!
Elena M
2007-02-16 13:57:22 UTC
Lo specchio di Hora



Nella biblioteca comunale sparivano molti libri. Quelli che venivano a leggere, a volte se li portavano via di nascosto, ed è per questo, che la direzione per cercare di porre rimedio alla continua ruberia, decise di mettere uno specchio sopra il tavolo di lettura, in modo tale che il custode potesse tenere d’occhio dalla sua postazione, i movimenti dei ladri lettori. L’idea ebbe l’esito desiderato, soprattutto, quando si seppe in giro che qualcuno era stato scoperto e denunciato. Quindi i libri non sparivano più, quelli mancanti vennero in parte recuperati e il rimante ricomprati.

Passo molto tempo, e nonostante non servisse più, quello specchio rimase sempre lì, sopra il tavolo di lettura. Da quella posizione, lo specchio poteva riflettere tutte le letture di quella biblioteca, in tutti quegli anni, aveva visto passare sotto di lui, libri di ogni genere, aveva letto, riletto e imparato a memoria, le opere più e meno famose. Conosceva lo stile di tutti gli autori, a cominciare da Esiodo, Omero, Virgilio, Dante e Manzoni, per finire a Verga, Corrado Alvaro e Pirandello.

Non gli dispiaceva affatto stare lì, anzi, e sapete come si dice “leggere, fa venire voglia di leggere”. Ma, alle volte, quando qualcuno leggeva poesie, tipo: l’infinito di Leopardi, oppure se gli capitava di ripetere a memoria strofe come: “mi illumino d’immenso” oppure “meriggiare pallido e assorto” gli veniva voglia: di scoprire quell’infinito che immaginava fuori da quelle quattro mura, di vivere quelle albe divine, di cui avvertiva l’emozione, voleva almeno per una volta, provare a passeggiare oziosamente lungo il tramonto di una sera di Agosto, di essere trafitto da un raggio di sole, prima della fatal quiete.

Comunque, nonostante le nobili aspettative doveva accontentarsi, di quelle emozioni letterarie.

Un pomeriggio, entrò in biblioteca un ragazzo nuovo, uno che vedeva per la prima volta, e che, invece di chiedere un libro come fecero i suoi compagni, tirò fuori dallo zaino un suo libricino e si mise a leggere attentamente.

Lo specchio, incuriosito dalla sua attenta lettura, si mise a leggere insieme al ragazzo. Quel libro, raccontava di un piccolo paese chiamato Hora, nel centro della piazza di quel luogo stava uno specchio come lui, davanti a quello specchio tutti quanti: uomini, donne, vecchi e bambini passavano e ogni volta che qualcuno aveva bisogno di conforto: lo specchio trovava il modo giusto per confortalo, ogni volta che qualcuno aveva bisogno di un consiglio, lo specchio sapeva indicare la strada. Ogni volta che capitava un diverbio tra gli abitanti, questi si ritrovavano di fronte a lui, e lui, risolveva giustamente ogni questione. In quel paese, lo specchio era: rispettato, stimato e riverito da tutti, come si meritava.

Ma un certo punto, il ragazzo chiuse il libro, forse, era ora di tornare a casa. Allo specchio, rimase la voglia di leggerla tutta quella storia, anche perché, si era immedesimato in quello specchio a tal punto, che ora, gli sembrava di essere lui in mezzo a quella piazza, avrebbe pure lui voluto riflettere con orgoglio quell’azzurro così azzurro e profondo, di cui anche parlava, il libro del ragazzo.

Si fece forza per superare la sua timidezza e bisbigliò all’orecchio del ragazzo:

- voglio leggere la tua storia, non te ne andare.

Il ragazzo, meravigliato da quella voce che gli sembrava di aver sentito, si guardò intorno per vedere se la avessero sentita anche gli altri, ma li vide assorti nelle loro letture come se nulla fosse.

E di nuovo, lo specchio si fece forza e disse:

- solo tu mi puoi sentire, sono lo specchio sopra di te. Stavo leggendo la tua storia, mi piace moltissimo e vorrei leggerla tutta, per favore non te ne andare, ma non mi rispondere, gli altri potrebbero sentire, prendi un foglio e scrivi.

Il ragazzo prese carta e penna e scrisse:

“ma ormai e tardi, la biblioteca sta per chiudere”.

Infatti, il custode venne a dire di sgomberare, era ora di chiusura. Ma il ragazzo, aveva compreso nelle parole dello specchio, l’importanza che aveva per lui quel libro che stava leggendo. Si nascose tra gli scaffali, quando il custode se ne andò, salì sul tavolo e staccò lo specchio, lo mise sulle spalle e sgattaiolò fuori dalla porta di servizio.

Quando furono fuori, lo specchio provò una sensazione di Libertà, godeva dell’aria fresca che accarezzava il suo riflesso, per la prima volta: vedeva il cielo, le nuvole, le montagne; quel mondo che aveva conosciuto leggendo, era lì, davanti a lui, si specchiava in lui, lui era felice di rifletterlo, ci metteva tutta la passione che aveva.

Il ragazzo gli disse:

- ti piace quella storia vero?

Lo specchio rispose:

- si molto, più di ogni altra cosa.

- Pure a me, anche perché quello è il mio paese.

- Davvero?

domandò meravigliato lo specchio:

- si, ed è li, che ora ti voglio portare.

Lo specchio, felice, moriva dalla voglia di conoscere quel paese, quella piazza, quella gente, quell’azzurro e soprattutto quel suo collega specchio.



Arrivarono alla stazione, e lì, lo specchio venne assalito da una insolita tristezza. Il ragazzo se ne accorse e capì. Ora, allo specchio erano venute in mente davanti a quei binari: tutte quelle storie che aveva letto, quelle storie malinconiche, di valige di cartone cariche di sogni di speranza per una vita migliore, di tutte quelle lacrime, quegli occhi lucidi, di quei saluti dal finestrino, di quelle madri e quei padri che salutavano quei figli che il treno aveva portato lontano.

Appena partiti, dentro lo scompartimento, lo specchio iniziò a raccontare tutto quello che quei treni portavano sulle spalle, delle storie d’amore nate in viaggio, di chi fuggiva dalla miseria e dalla povertà, di tutti gli incontri e le amicizie che dal treno erano finite sulle pagine di bellissimi romanzi.



Giunsero a destinazione la mattina presto, troppo presto, il primo autobus sarebbe passato tra circa due ore. Invece di aspettare senza far nulla, il ragazzo pensò di fare una bella sorpresa al compagno di viaggio. Imboccò il corso che portava verso il mare, e giunsero sulla spiaggia nell’attimo in cui stava per spuntare il sole. Prese una pietra e vi appoggiò lo specchio, girandolo verso il mare.

Lo specchio si incantò davanti a quello spettacolo meraviglioso, non aveva mai pensato di potersi trovare davanti a quel mare così smisurato che nessuno specchio mai sarebbe riuscito a contenere, a specchiare in tutta la sua immensità. Non avrebbe mai pensato di riflettere tutte quelle sfumature di colori che nessuna delle strofe che sapeva a memoria riusciva a descrivere nella sua straordinaria bellezza.

Ringraziò il ragazzo, per avergli fatto vivere nella realtà, quello che fino a quel giorno aveva immagginato.

Dopo essersi rasserenati nel corpo e nello spirito, si incamminarono verso Hora. Per gli autobus era ancora presto, mentre erano fermi ad aspettare, passo il fruttivendolo del paese, lo riconobbe e gli diede un passaggio caricandolo sul cassone del camioncino: insieme alle arance, i limoni, i mandarini, le cipolle, la lattuga fresca, le carote, i meloni e i lambascioni.

Arrivarono in paese. Quando il camioncino li fece scendere in piazza, lo specchio andava in cerca con ogni suo piccolo riflesso dello specchio del quale parlava il libro del ragazzo, ma in quella piazza non c’era nessuno specchio, ovunque guardasse, niente.

Il ragazzo, immaginò la sua delusione.

- pensavi veramente di trovare lo specchio qui, beh quello specchio non esiste veramente, quello specchio di cui parla il libro è quello che ognuno degli abitanti di Hora si porta dentro, sono le nostre esperienze, è la nostra educazione, l’esempio che abbiamo ricevuto, è il nostro modo di vivere, di affrontare gli ostacoli che ci vengono davanti, sia perché c’è li siamo cercati, sia perché ci sono caduti addosso senza volerlo, è la nostra idea di giustizia, è il nostro rispetto per gli altri.

Lo specchio nel udire quelle parole, si senti un brivido correre tutto intorno, e per lui, l’emozione fu talmente forte che gli partì una piccola crepa, da quella crepa altre mille che lo frantumarono lo sbriciolarono in innumerevoli pezzi.

Il ragazzo, singhiozzando raccolse tutti i pezzettini, li mise nello zaino e li sparpagliò, per tutti i vicoli e le strade di Hora.



il ragazzo tornava a Hora dopo molti anni,con la sua auto, era diventato uno scrittore famoso, aveva venduto milioni di libri, questo grazie anche a quello che gli aveva raccontato il suo amico specchio.

Il sole era basso all’orizzonte, in lontananza una specie di riflesso sulla strada meravigliava la sua vista, mentre il pensiero si chiedeva cosa potesse essere quella luce tanto forte proprio lì, in mezzo alla strada. Più si avvicinava e più gli abbagliava gli occhi che si riparava con la mano. Quando giunse nel punto preciso da dove gli sembrava che partisse quel riflesso, scese dalla macchina, ma il riflesso era sparito, guardò meglio e vide al centro della strada un pezzettino di specchio. Era una parte del suo amico specchio, lo portò vicino al cuore e sorrise pensando:

- le forti emozioni a volte ti frantumano l’anima, ma poi un pezzettino rimane lì ad aspettarti, per sempre.







COME LIBRI: LO SPECCHIO DEL TERRORE di Razzi Jim
lilimilano241
2007-02-16 07:54:52 UTC
Cerca nei racconti di J.L.Borges, lo specchio e ricorrente, anche nelle poesie
giggi
2007-02-15 23:19:38 UTC
LASA :nella mitologia etrusca sono divinità femminili, guardiane delle tombe I loro attributi sono gli specchi e le corone.

MEDUSA: che Perseo decapita dopo averla immobilizzata con l'uso di uno specchio in cui medusa stessa si riflette
wakab
2007-02-15 21:59:08 UTC
- alice nel p. delle meraviglie

- ritratto di Dorian Gray



e per primo

- Biancaneve "specchio, specchio delle mie brame.."
Sandra
2007-02-15 21:58:41 UTC
Biancaneve? La strega cattiva parla con lo specchio! :)
Heart of Darkness
2007-02-15 21:57:53 UTC
Qualche migliaio... Biancaneve, Dracula, molte fiabe in cui lo sguardo del malvagio pietrifica...
Sabrina...1965
2007-02-15 21:57:49 UTC
Il grande Oscar Wilde con il libro IL RITRATTO DI DORIAN GREY
keinze
2007-02-15 21:53:48 UTC
alice----al di la dello speccchio--



lewis carroll
roby
2007-02-15 22:13:16 UTC
uno nessuno centomila di pirandello


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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