Domanda:
Cos' è il dado brunelleschiano?
2009-12-07 05:28:21 UTC
Descrizione della forma dell'oggetto, della sua funzione, la sua origine storica( chi lo ha utilizzato prima di lui) e le opere di brunelleschi dove viene utilizzato e perchè.. Grazie a tutti in anticipo.. 10 punti al migliore
Quattro risposte:
il presidente
2009-12-07 05:47:25 UTC
si tratta di “Elemento di forma cubica, interposto fra il capitello e l’attaccatura dell’arco, tipico dell’architettura brunelleschiana; è una trasformazione del pulvino bizantino” (Piero Adorno, “L’arte italiana”, G. D’Anna casa editrice, Firenze, 1986).



Fu pensato dal Brunelleschi per la Basilica di S.Spirito in Firenze, ma lo si ritrova anche nella Basilica di San Lorenzo (firenze)
Anbarabcci ci coccò
2009-12-07 05:42:00 UTC
Il pulvino è un elemento architettonico strutturale a forma di piramide rovesciata, posto tra il capitello e l'imposta dell'arco,un esempio di pulvino è apprezzabile nella chiesa di San Lorenzo a Firenze, del 1420 ca di Filippo Brunelleschi, definibile anche con il nome di "dado brunelleschiano".

Nell'ingegneria contemporanea il pulvino è un elemento che ha la funzione di ripartire il carico tra una parte sovrastante di più elevata resistenza meccanica e una sottostante di resistenza minore. È ad esempio utilizzato nelle ferrovie per trasferire il carico delle rotaie sulle traversine. È generalmente realizzato in ghisa.



Scarno o variamente decorato con motivi ornamentali a traforo o a rilievo, il pulvino raggiunge la sua massima espressione nell'architettura bizantina; se ne possono trovare alcuni esempi nell'architettura paleocristiana ravennate.



La sua particolare conformazione conferisce al pulvino la funzione strutturale di concentrare le tensioni generate dai carichi soprastanti verso l'asse di rotazione della colonna posta al di sotto del capitello.



Spero di esserti stata d'aiuto
Abhelardo
2009-12-07 05:53:48 UTC
Quello che viene definito “dado brunelleschiano” non è altro che un pulvino a forma di dado, come c'è, ad esempio, nella Chiesa di Santo Spirito a Firenze, iniziata nel 1434, oppure nella Chiesa di San Lorenzo del 1420. Il pulvino è un elemento architettonico strutturale a forma di piramide rovesciata, posto tra il capitello e l'imposta dell'arco. Il Brunelleschi adotta questa soluzione nella Chiesa di Santo Spirito per innalzare gli archi a tutto sesto e accentuare la verticalità senza per questo alterare le proporzioni, classiche, delle colonne. Nella Chiesa di San Lorenzo i pulvini creano una trabeazione ideale, sulla quale poi sono impostati gli archi a tutto sesto. Questa trabeazione virtuale vuole richiamare quella reale che si può osservare sul muro, entrambe infatti sono posizionate alla stessa altezza.
2009-12-07 06:45:33 UTC
Dadi Piccoli cubi in vario materiale sulle cui facce sono incisi simboli o numeri. Di solito i lati sono numerati da 1 a 6 tramite puntini, e sono disposti in modo tale che il totale delle facce opposte dia sempre 7. Il giocatore lancia i dadi direttamente con la mano, oppure con un bussolotto, e il valore del tiro è determinato dalla somma dei puntini presenti sulla faccia superiore dei dadi lanciati.



2. IL CASO E L’AZZARDO



Per la loro caratteristica di combinare il concetto di numero all'idea di caso (dal vocabolo latino alea con cui si designavano i dadi deriva infatti il termine ;'aleatorio', ovvero casuale), i dadi sono da sempre utilizzati per vari giochi d'azzardo. Nel poker, ad esempio, si utilizzano cinque dadi speciali sulle cui facce sono disegnati l'asso, il re, la regina, il fante, il dieci e il nove. Scopo del gioco è ottenere la migliore mano di poker con un massimo di tre lanci. Sono possibili numerose varianti; la più nota prevede che il giocatore non mostri quanto ottenuto dal lancio, ma ne dichiari il valore reale o fittizio: in questo modo egli ha la possibilità di bluffare prima di mostrare il risultato dei tiri eseguiti.



Un altro gioco è il craps o 'seven eleven': di origine inglese, prevede l'utilizzo di due dadi. Chi lancia punta una somma che possa essere coperta da uno o due avversari; se al primo tiro totalizza 7 o 11 punti, vince, se invece ottiene un punteggio pari a 2, 3, o 12, perde. Indipendentemente dal risultato il giocatore ripete la scommessa e il lancio. Se totalizza 4, 5, 6, 8, 9, o 10, il numero raggiunto diventa il punteggio del giocatore, il quale continua a lanciare i dadi finché non ottiene 7 (perdendo sia la scommessa sia il diritto a rilanciare) oppure lo stesso risultato raggiunto nel tiro precedente (nel qual caso vince). Utilizzati anche nel backgammon e nel gioco dell'oca, i dadi sono importanti per lo svolgimento di molti giochi di ruolo e da tavolo.



3. LE ORIGINI STORICHE



I dadi hanno origini molto antiche; tra i primi di cui ci è giunta testimonianza, quelli rinvenuti nelle tombe reali sumere di Ur (III millennio a.C.). Esistono tracce di dadi contrassegnati da puntini anche nelle tombe egizie. Mossi da intenti divinatori, greci e romani usavano alla stregua di dadi a quattro facce gli astragali o aliossi. Infine, dadi identici ai nostri sono stati trovati anche in reperti provenienti dalla civiltà precolombiana.


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
Loading...