Dadi Piccoli cubi in vario materiale sulle cui facce sono incisi simboli o numeri. Di solito i lati sono numerati da 1 a 6 tramite puntini, e sono disposti in modo tale che il totale delle facce opposte dia sempre 7. Il giocatore lancia i dadi direttamente con la mano, oppure con un bussolotto, e il valore del tiro è determinato dalla somma dei puntini presenti sulla faccia superiore dei dadi lanciati.
2. IL CASO E L’AZZARDO
Per la loro caratteristica di combinare il concetto di numero all'idea di caso (dal vocabolo latino alea con cui si designavano i dadi deriva infatti il termine ;'aleatorio', ovvero casuale), i dadi sono da sempre utilizzati per vari giochi d'azzardo. Nel poker, ad esempio, si utilizzano cinque dadi speciali sulle cui facce sono disegnati l'asso, il re, la regina, il fante, il dieci e il nove. Scopo del gioco è ottenere la migliore mano di poker con un massimo di tre lanci. Sono possibili numerose varianti; la più nota prevede che il giocatore non mostri quanto ottenuto dal lancio, ma ne dichiari il valore reale o fittizio: in questo modo egli ha la possibilità di bluffare prima di mostrare il risultato dei tiri eseguiti.
Un altro gioco è il craps o 'seven eleven': di origine inglese, prevede l'utilizzo di due dadi. Chi lancia punta una somma che possa essere coperta da uno o due avversari; se al primo tiro totalizza 7 o 11 punti, vince, se invece ottiene un punteggio pari a 2, 3, o 12, perde. Indipendentemente dal risultato il giocatore ripete la scommessa e il lancio. Se totalizza 4, 5, 6, 8, 9, o 10, il numero raggiunto diventa il punteggio del giocatore, il quale continua a lanciare i dadi finché non ottiene 7 (perdendo sia la scommessa sia il diritto a rilanciare) oppure lo stesso risultato raggiunto nel tiro precedente (nel qual caso vince). Utilizzati anche nel backgammon e nel gioco dell'oca, i dadi sono importanti per lo svolgimento di molti giochi di ruolo e da tavolo.
3. LE ORIGINI STORICHE
I dadi hanno origini molto antiche; tra i primi di cui ci è giunta testimonianza, quelli rinvenuti nelle tombe reali sumere di Ur (III millennio a.C.). Esistono tracce di dadi contrassegnati da puntini anche nelle tombe egizie. Mossi da intenti divinatori, greci e romani usavano alla stregua di dadi a quattro facce gli astragali o aliossi. Infine, dadi identici ai nostri sono stati trovati anche in reperti provenienti dalla civiltà precolombiana.