Domanda:
Inventate una fiaba? Così a braccio e poi individuate la morale...?
yhashi (nikita)
2008-12-19 03:02:41 UTC
La mia fiaba è un po' agrodolce, e assurda, ha una morale un po' cruda... anzi cotta, però... c'è, una morale...

C'era una volta la fata di un castello che aveva fatto un incantesimo
e si era, purtroppo, dimenticata la formula.
Se non toglieva l'incantesimo entro il 2013... Il mondo sarebbe scomparso...
Cercò in casa dovunque: nel barattolo del caffè, sotto al tappeto,
dentro lo stomaco del suo drago da guardia, nelle briciole del pane, nel ripieno delle polpette, ma niente... non trovò niente, se non una gran confusione.
Passarono così 6 mesi e si stava pericolosamente avvicinando il capodanno!!!? Aiuto!
E lei sempre più indaffarata a cercare la formula da non avere più il tempo di prendersi cura di tutto il resto, della sua persona, dei suoi amici, della sua casa.
Rimase sola e diventò sempre più intrattabile, solitaria e trascurata.
Finché un giorno suonarono alla sua porta così insistentemente
che lei fu costretta, suo malgrado, a rispondere, ormai priva di forze ed entusiasmo per la disperazione e la preoccupazione per quello che sarebbe successo al mondo intero: la fine eterna.
Aprì e si trovò di fronte un bambino con le mani aperte in segno di offerta.
La fata fu tentata di chiudere la porta, ma poi soffermò lo sguardo sul bambino, sul viso sorridente, sulle mani aperte.
E le si illuminò il viso... ricordò in un lampo qual era la formula dimenticata:
l'ingenuità di un bambino.
Prese per mano il bambino
e lo accompagnò dolcemente dentro la soglia oscura.
Lo scuoiò con tenerezza e amore.
Fine

y!
Tre risposte:
anonymous
2008-12-19 06:46:40 UTC
C'era una volta un omino blu che non capiva il mondo.

Questa era la sua maledizione, e la portava dipinta sulla pelle in quel blu che era come una beffarda stigmata cosmica.

Tutto quello che l'omino non capiva, lo metteva da parte con stizza, gettandoselo dietro le spalle.

"Vadano via gli uccelli, - disse un giorno l'omino blu - perchè non li capisco, e il loro starnazzare mi scoccia". E da quel giorno il suo giardino fu silenzioso, e silenzioso di un silenzio che non riusciva a capire. Ma siccome non capiva neanche di non capire, non ci fece caso.

"Si spenga il sole e si spenga pure la luna, - disse l'indomani l'omino blu - perchè il loro brillare mi scoccia". E da quel giorno la sua vita fu buia, e buia di un buio che non riusciva a capire. Ma siccome non capiva neanche di non capire, non ci fece caso.

E l'omino blu svuotò il mare a cucchiaiate, perchè non capiva le onde, spogliò ogni albero, perchè non capiva le foglie, soffiò su ogni fuoco, perchè non capiva il calore.



Fu così che un giorno, accorgendosi di non capire neanche l'aria, smise di respirare. L'omino blu morì nel vuoto universo che aveva lasciato, portando con sè il ricordo di tutto ciò che aveva annientato per incapacità di capire, e anche la possibilità stessa di capire qualcosa.
anonymous
2008-12-19 04:36:23 UTC
C' era una volta molti secoli or sono un fanciullo sprovvisto di tutto. Egli abitava in un tepee al centro d' una foresta tonda, su un isolotto rotondo al centro d' un lago. Il suo unico sostentamento era la raccolta dei pesci palla che nascevano moltissimi in quel lago.

Ad un certo punto della storia, a pochi chilometri da quel luogo si stava combattendo una battaglia tra i soldati di quella terra e i soldati invasori. Il ragazzo ne era del tutto all' oscuro dato che viveva completamente isolato all'interno del suo tepee. I rumori raggiunsero al centro della foresta tonda l'orecchio del giovane ragazzo che, incuriosito, per la prima volta dragò il lago a cavallo d'un tronco caduto. Quando raggiunse i limiti della foresta gli apparve la devastazione completa: alberi divelti, corpi smembrati, moribondi e ancora, in lontananza, il rombo sordo dei cannoni che rimbalzava fra gli strati d'aria. Il ragazzo prese in mano un ramo caduto e si lanciò in mezzo alla battaglia, evitando i proiettili, e lo conficcò con rabbia nella bocca del cannone più grande prima che sparasse .

"Silenzio" fu ultima cosa che disse, prima di esser ingoiato ancora dalla foresta.
anonymous
2008-12-19 04:15:24 UTC
questa è la mia fiaba.C'era una volta un principe che non riusciva ad innamorarsi delle sue pretendenti un giorno cavalcando per un bosco oscuro ,solitario e tetro osservò uno scorcio più luminoso li vide un laghetto dal color madre perla vi osservo dentro e vide una visione ,c'era riflessa nel laghetto una giovane ragazza dal viso splendente dagli occhi azzurro cielo e dalla bocca rossa fragola,il giovane principe impaurito le disse:"chi sei tu dolce ragazza? e perchè mai sei all'interno di un laghetto?"la ragazza le rispose :"ho subito un sortilegio e rimarrò chiusa nel laghetto finchè non arriverà qualcuno che mi dimostrerà il suo amore"il principe di nuovo le chiese "come posso dimostrarti il mio amore"e la ragazza rispose:"è un compito molto arduo ,hanno provato in molti e nessuno è riuscito a farcela"e il principe"dimmi tutto sono sicuro che riuscirò a liberarti",e la ragazza cominciò a raccontare cosa avvrebbe dovuto fare il principe per salvarla."Allora"disse la ragazza"devi camminare per un giorno intero nel deserto ,dopodichè devi venire nel bosco al laghetto e anche se sei molto assetato non devi bere nessuna goccia dell'aqua del mio laghetto altrimenti il sortilegio non scomparirà ed io rimarrò per sempre qua".IL ragazzo tentò percorse il deserto arrivò al laghetto ma non riuscì a trattenersi dalla sete ,e così la ragazza rimase sempre dentro il laghetto ,e il principe ormai innamorato di lei la andò di giorno in giorno a trovare e vissero per sempre divisi uno dall'altro ,innamorati e infelici.ciao


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