Domanda:
Da dove nasce la ricerca di un'unità?
Anna...welcome back!
2009-08-19 10:38:50 UTC
Sia a livello psicologico, ma anche a livello architettonico-spaziale e artistico...

Provo a spiegarmi meglio...
Per quanto riguarda le persone, questa cosa chiamata PERSONALITA', ciò che in qualche modo ci identifica, che ci definisce e che ci rende classificabili. Questa definizione che in qualche modo da sicurezza su ciò che siamo e su ciò che sono gli altri.
Questa parola che ci rende prevedibili, chiari.
Perchè, invece di una ricerca di chiarezza, non si ricerca il caos, l'incomprensibile, l'inclassificabile??
Cosa ci tende alla ricerca di unità, di chiarezza?

A livello spaziale.... Le città sono sempre state PROGETTATE (non parlo di insediamenti extrametropolitani che invadono i territori esterni alla città) cercando una logica, una chiarezza visiva, una riconoscibilità piuttosto che uno spaesamento. Porto come esempio le città di Parigi e Barcellona.

La mia domanda non riguarda il vostro modo di essere, ma il semplice riuscire a capire, IN TERMINI GENERALI, il perchè questa ricerca alla chiarezza, all'unità.

Perchè ciò che non è ricercato non è il puro caos?

Non so se mi sono spiegata... nel caso chiedetemi di essere più chiara.
Otto risposte:
2009-08-19 15:26:07 UTC
...anche tu ti chiedi - periodicamente - se qualcuno riuscirà mai



a CAPIRE ( = finire, rendere unita e chiara )



un' opera come la Sagrada Familia di Gaudì ?!?!



Ma forse Lui voleva e ricercava proprio quel senso di caos puro cui



tu fai riferimento: in fondo che altro è una fede religiosa ?
Flipped
2009-08-19 19:26:37 UTC
mai incontrato una personalità facilmente definibile, esistono infatti intere materie di studio in proposito. il problema è chi generalizza, chi pretende di far rientrare le persone nelle sue 3/4 (o anche 300/400)categorizzazioni predefinite.

aldilà di questo, un po' di generalizzazione e semplificazione può anche far bene se usata semplicemente per farsi capire, quel tanto che basta per avere quei massimi comuni multipli o minimi comun denominatori necessari per non dover fare un trattato sociopsicologico o socioarchitettonico ogni volta che si parla di qualcuno o qualcosa. :)
Vi è un Fiume
2009-08-19 18:18:49 UTC
"unità" può voler dire molte cose differenti.

Dalla descrizione mi pare che tu intenda "razionalità" o organizzazione della vita, dello spazio.



In ogni caso, l'unità è forza.

Razionalità e organizzazione sono parte del nostro essere. In un certo senso è una limitazione che noi abbiamo, non riusciamo ad orientarci nel caos.
SydTheCrazyDiamond
2009-08-19 18:08:39 UTC
Nella ricerca artistica chiarezza ed unità non sono assolutamente stati gli unici approcci, criteri o procedimenti metodologici applicati sia nel creare arte che nello studiarla e interpretarla... Molto spesso le correnti che subordinavano la ricerca a canoni estremamente rigorosi e fondati, appunto, sulla proporzione, la scansione ritmica e il metro modulare secondo precisi e ineludibili calcoli, sulla chiarezza e l'armonia (basti pensare alle linee teoriche del Rinascimento) sono stati immediatamente contestati o, comunque, manipolati dall'interno da successive correnti insofferenti di tale rigore formale o mentale e tendenti alla disgregazione, allo squilibrio, alla reazione che suscita disordine e sconvolgimenti... ad esempio, i primissimi manieristi toscani (Pontormo e Rosso) che, dall'interno del Rinascimento, ne disintegrano le regole canoniche, non rispettando più i principi di simmetria e di scansione spaziale, ma creando spazi asimmetrici e talvolta prospetticamente errati ed assurdi ed introducendo un'infinita serie di possibili interpretazioni dell'opera!

Non da meno sono il movimento dada ed il surrealismo nell'arte contemporanea, assolutamente ostili al contenuto chiaro ed armonioso e alla facile comprensione e propensi all'espressione slegata ed illogica delle pulsazioni inconsce e del libero fluire di visioni e simboli, messi su tela (o su carta, e parlo dei poeti) così come avvertiti e "sentiti" irrazionalmente, quindi prima che cominciasse il processo di assimilazione intellettiva e di comprensione logica...



La ricerca della chiarezza rassicura, tranquillizza, fornisce all'uomo un rifugio sicuro nel quale riconoscersi e ritrovarsi... offre un interrogativo comprensibile e fruibile attraverso i meccanismi del "logos" e della percezione mentale filtrata! Codifica e sottopone a norme un processo inventivo, elargendone il prodotto all'uomo che ne può disporre funzionalmente o godere esteticamente e limitarsi ad un semplice giudizio positivo o negativo!



La ricerca del caos spiazza e destabilizza... e comunque non è assolutamente esente, a sua volta, da regole molto precise e da metodi rigorosi, sia chiaro! Viene semplicemente capovolta la visuale: la regola non è più l'ordine, ma il disordine... non più l'equilibrio, ma la scomposizione... non più l'eufonia, ma la cacofonia...

Un lavoro teorico forse ancora più arduo e parossistico soggiace spesso alla "metrica del caos", come nelle pitture degli artisti delle correnti citate, dei poeti surrealisti e simbolisti (che rompono con le regole della metrica tradizionale, inventandone un'altra, di matrice percettiva e puramente verbale o fonetica), dei musicisti contemporanei dediti alla sperimentazione "caotica", dei filosofi scettici come Cioran che violentano il "logos" tradizionale e aprono la porta agli infiniti rivoli della casualità...



Per sconfiggere la regola ce ne vuole un'altra, uguale e contraria...

Ma la ricerca del caos apre la percezione ad una serie sterminata di possibili interpretazioni e di traiettorie soggettive, educa all'angoscia e all'inquietudine e forse, contemporaneamente, tenta di esorcizzarle, sbattendocele in faccia!



Le città? L'urbanistica - come in parte l'architettura - contrariamente alle altre arti, si caratterizza per la esigenza di funzionalità e di servizio sociale.. offre un servizio alla comunità, deve essere vissuta contemporaneamente dall'interno e per l'esterno! Proprio questa estrema necessità di adeguarsi a tali canoni spiega il perché si ricerchino regolarità, chiarezza e logicità nell'approntare progetti urbanistici: ogni settore deve avere una funzione, i collegamenti vanno razionalizzati e resi il più possibile fruibili e chiaramente riconoscibili agli utenti, i palazzi devono servire la comunità secondo criteri funzionali ed essere agevoli, comodi e "necessari", anche a costo di essere slegati da un'estetica condivisa...

Il "caos" in urbanistica non ha motivo di essere, almeno a mio parere.. e comunque, se non vengono apportare modifiche valide e funzionali, finisce con l'essere creato dalle superfetazioni millennarie di città antiche, dalle stratificazioni plurisecolari di impianti urbanistici antichi, medievali, rinascimentali, barocchi, neoclassici, moderni, razionalisti, etc. etc. etc.. Le metropoli sono caotiche anche per questo, non soltanto per il gran numero delle persone che le affollano... Sembrano formicai cubisti oppure costruzioni astratte e propongono una miriade di contraddizioni spaziali e percettive
?
2009-08-19 17:57:55 UTC
La personalità è l'elemento romantico dell'io

(Novalis)

Nel romanticismo come corente filosofica troviamo sia l'individualismo che l'anti individualismo.

Fichte , per es. proclama esplicitamente la missione sociale del dotto e difende il principio che " L'UOMO NON è UOMO SE NON IN MEZZO AGLI ALTRI UOMINI".

anche HEGEL POLEMIZZA CONTRO ASPRAMETNE CONTRO L'IDIVIDUALISMO ASTRATTO. Anche in leteratura e in Italia col Manzoni questo lo troviamo.



Secondo Schelling l'arte costituisce l'"organo" della filosofia, ossia l'attività privilegiata grazie alla quale si può colgiere l'Assoluto nella sua unità o identità di spirito e natura.

L'armonia non è per Eraclito la sintesi degli opposti, la conciliazione e l'annullamento della loro opposizione; ma è l'unità che soggiace appunto all'opposizione e la rende possibile.

Dopo la rigidità e la solennità del Medioevo i tratti più carateristici del Quattrocento italiano sono la libertà e la scioltezza nei modi espressivi, la linea ampia, piena di vita.

Anticipa il Rinascimento.

Questo "stile ideale" che unisce Giotto a Rafaello, domina l'arte di donatello e di Masaccio, di Andrea del castagno e di Piero della Francesca, di Signorelli e del Perugino. L'elemneto eseziale di questa concezuione artistica è il principio dell'unità, la forza dell'effetto complessivo.
2009-08-21 13:19:20 UTC
Dove sta il merito, se ciò che si fa è frutto del caso?



Solo l'ordine può essere perfetto, solo l'ordine si può cercare.



A buttare secchiate di vernice su un muro sono capaci tutti.

Fare i dovuti accostamenti con i colori è già un'elaborazione, un passo avanti.

Ordinare quei colori a creare una forma, equivale ad uno stato di avanzamento rispetto alle secchiate primordiali che pochi sono in grado di raggiungere (pochi ---> meno di tutti).



L'ordine è avanzamento, sviluppo, ricerca della perfezione.



Al limite c'è l'unità, lo zero Kelvin che mai potrà essere raggiunto.



Non metto in dubbio il fascino del caos.

Ma è "cosa da tutti".
Giampaolo S
2009-08-20 14:51:05 UTC
Invece di elaborare difficili forme di ragionamenti filosofici, mi limito ad appoggiarmi al nostro mondo, alla nostra struttura e quindi alla fisica. Dalle particelle elementari alle strutture atomiche più complesse, fino alle nostre strutture umane, siamo tutti composti che ricercano lo stato di minor energia e quindi di ordine. Immaginati se non ragiona e opera nello stesso modo il nostro cervello: questa è la mia risposta alla tua domanda.

D'altra parte, se ci pensi bene, chi vuole entrare nel mondo del disordine, lo fa sapendo e gioendo di essere, in quel modo, trasgressivo.
Pasquino contro tutti
2009-08-19 18:04:13 UTC
cara archiTETTA,la risposta è banale:l'unità fa la forza,quindi dà un aspetto più maestoso alle cose,ma credo dipenda anche dall'epoca storica.in un'epoca ricca di insicurezze credo si prediliga questo criterio,ma in una in cui ci si sente molto sicuri,credo si prediliga il bizzarro e in genere ogni tipo di scelta individualista


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